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  ll primo tassello della riforma della giustizia, voluta dal        Governo,riguarda un settore del diritto assai delicato: la famiglia e i suoi  conflitti.

  Con la Legge n. 162 di conversione del Dl. 132 viene sancita la    possibilità di sciogliere il matrimonio senza ricorrere al magistrato.

  Proprio per portare le vertenze fuori dalle aule dei tribunali e liberare i    magistrati dal pesante faldone dell’arretrato civile, è ora possibile  percorrere due strade “facili” per separarsi e divorziare : firmare un  accordo nello studio di un avvocato o davanti al Sindaco.

Separazione coniugale e scioglimento del matrimonio , dunque, secondo un iter semplificato a doppio binario : negoziazione assistita da un lato e accordo davanti al sindaco dall’altro.

In particolare schematizzando la nuova normativa ad oggi è possibile separarsi o divorziare secondo questi parametri:

Senza figli, si divorzia e ci si separa in 30 giorni.
Quando i coniugi non hanno figli e sono d’accordo nel dividersi, la procedura diventa molto facile ed economica.

Grazie al nuovo decreto legge, basterà presentarsi dal Sindaco del comune di residenza di uno dei due. Marito e moglie dovranno fornire un documento in cui dichiarino di volersi dividere alle condizioni elencate, per la cui stesura ci si può far aiutare da un avvocato.

I due coniugi devono firmare accordo e dichiarazione davanti al sindaco, che li invita a ripresentarsi dopo 30 giorni per confermare la scelta.

Se non dovessero tornare, restano a ogni effetto marito e moglie.

Con figli e patrimonio da dividere serve l’avvocato ma non il tribunale.
Se ci sono figli, trasferimenti immobiliari, assegni e case coniugali serve l’avvocato.

La novità è che non sarà necessario finire in tribunale, ma si risolverà tutto nello studio del legale.

Con un mero controllo da parte della Procura della Repubblica che potrà trasmettere gli atti al Tribunale se l’accordo conterrà clausole strane o contrarie ai diritti e agli interessi dei figli, siano essi minorenni, portatori di handicap o maggiorenni non ancora autosufficienti dal punto di vista economico.

In tal caso il Tribunale convocherà la coppia davanti a sé come è sempre stato e saranno rimesse in discussione alcune delle clausole che non appaiono congrue” .

Senza accordo si finisce davanti al giudice.
Se i coniugi non condividono la decisione di separarsi o non sono d’accordo sulle condizioni, dovranno vedersela in tribunale, secondo le regole già in vigore per la separazione e il divorzio giudiziale.

Divorzio breve
Il decreto appena entrato in vigore non modifica l’attesa di 3 anni che per legge deve intercorrere tra la separazione e il divorzio. Vorrebbe ridurla un disegno di legge, adesso all’esame della commissione Giustizia del Senato, che prevede 6 mesi per i divorzi consensuali e 12 per quelli che non vedono d’accordo gli ex coniugi