Un fenomeno oggi diffuso nelle aziende ospedaliere che lede i diritti dei medici sono gli straordinari imposti al personale sanitario dalle aziende ospedaliere italiane.
Tali imposizioni sono una lesione dei diritti previsti dalla Direttiva europea.
Tale valutazione arriva direttamente dalla Commissione Europea, che all’inizio di giugno aveva inoltrato una nota di infrazione al governo italiano che non aveva applicato la direttiva 2003/88/CE, che tutela il diritto dei medici e dirigenti del sistema sanitario nazionale a periodi minimi di riposo giornaliero e a limitare il tempo di lavoro massimo settimanale.
La mancata risposta da parte del Governo Italiano ha fatto scattare l’azione sanzionatoria della Unione Europea nei confronti dell’Italia, con costi, anche economici, a carico dei cittadini.
Sono infatti migliaia le ore NON retribuite negli ospedali. Lavorare in ospedale con turni e orari massacranti non solo lede i diritti sul lavoro, ma soprattutto va a scapito della qualità del servizio sanitario.
Ogni anno negli Ospedali Italiani vengono effettuate centinaia di migliaia di ore di straordinari non retribuiti ai medici.
E’ stato dimostrato scientificamente che esiste un collegamento diretto e inequivocabile tra la deprivazione del riposo e gli orari prolungati di lavoro dei medici, e l’incremento degli eventi avversi e del rischio clinico per i pazienti.
La salvaguardia della salute degli operatori professionali sanitari assume, pertanto un’importanza strategica e irrinunciabile che va certamente oltre l’interesse economico di una categoria professionale, intaccando il tema della sicurezza delle cure e quindi la tutela della salute dei cittadini che si rivolgono alle strutture ospedaliere.
Riconoscimento del COMPENSO orario
Lo straordinario effettuato dal dirigente medico per coprire le carenze di organico, e non legato al raggiungimento degli obiettivi concordati, è sanzionato con il riconoscimento del compenso orario.
Il tutto è stato stabilito dal tribunale di Bergamo, accogliendo i ricorsi di alcuni medici contro l’azienda ospedaliera Bolognini di Seriate.
I camici bianchi, in anni di servizio presso i reparti di pediatria e patologia neonatale, avevano accumulato straordinari ben al di là di quanto contrattualmente previsto (in alcuni casi superando anche le duemila ore) che la direzione aziendale non voleva pagare.
La sentenza di primo grado dà ora ragione ai camici bianchi.
Per il giudice l’eccessiva quantità di ore lavorate in eccesso è verosimilmente servita all’azienda per sopperire a carenze di organico e non per raggiungere gli obiettivi concordati con i medici per aumentare qualitativamente i servizi, come il contratto nazionale prescrive.
La sentenza del tribunale di Bergamo ha riconosciuto ai camici bianchi il diritto al pagamento solo delle ore maturate negli ultimi cinque anni d’incarico, poiché dopo tale periodo il diritto alla retribuzione è decaduto.
Questa sentenza ha valore per l’intero Paese proprio mentre si parla di ulteriori tagli alla sanità.
La politica dei tagli riduce i servizi e le prestazioni ai cittadini, obbligando i medici a operare e aumentando i rischi clinici.
Lo studio legale dell’Avv. Francesca Copelli offre le proprie conoscenze in materie al fine di tutelare tutti i medici che si siano trovati ad effettuare presso le aziende ospedaliere turni di lavoro massacranti senza essere retribuiti.
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